Charta Sporca 32 Fuori dal lavoro

In questo numero leggerai voci di denuncia, ascolterai le condizioni disastrose, umane ed economiche, in cui versano lavoratori di tutte le categorie e ceti. Un mosaico impietoso e raccontato dal di dentro dello sfacelo in cui versa il mondo del lavoro. Ma, diciamocelo, se fosse tutto qui il problema non sarebbe poi così interessante. In filigrana potrai veder emergere da queste pagine anche la lucida certezza che non c'è nessun dio, nessun partito, nessuna ideologia, che possano ascoltare e dare giustizia a questa denuncia, nessun aldilà in grado di portarle aiuto o redenzione. Una certezza che si sta tramutando in una nuova consapevolezza: tutti questi pezzi di specchio rotto, questi tasselli irricomponibili di vite alla deriva e precarie, possono, devono e vogliono unirsi, saldarsi in un "noi" che non esiste ancora, ma che - sotto le macerie di una cultura e di una società ormai in avanzato stato di decomposizione - iniziano lentamente ad aggregarsi, come molecole di una nuova forma di vita. Un "noi" di cui forse, chissà, senza saperlo fai già parte anche tu.

Pierpaolo Welponer
L'ultima chat

Che cos’è l’uomo? Chi siamo? In che guaio ci siamo cacciati? Come uscirne? Un lungo sguardo dalla preistoria al futuro terribile che ci si prospetta davanti disteso sull’abisso di un presente incerto e pieno di incertezze. Sul doppio registro della finzione teatrale e della trattazione esplicita, questo libro, scritto in un linguaggio accessibile e immediato, simula l’esperienza e le modalità del computer, dei social, della fruizione postmoderna della conoscenza.

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Scrivere n. 2

Eccoci qui, dopo un periodo che per noi è stato foriero di novità, di avventure.

In queste pagine ne diamo qualche assaggio. Abbiamo incontrato altri autori e assaporato l'incanto di parole nuove, di versi mai composti. Così ci arricchiamo di storie, poesie, interviste, contributi grazie ai nostri scrittori e lettori.

Luca Dardi
L'era del Leone rosso

Mi sembra che non al diletto chiamino queste pagine, quanto alla riflessione. Lì, nel chiuso delle Terre che potremmo considerare ‘altre’, c’è una logica ferrea che tutto spiega, sortilegi e gesti eroici si alternano con opportuno intreccio lasciandoci sbigottiti. È possibile tanta repentinità nelle decisioni e nelle sofferenze, nel dare e ricevere? Noi, da questo lato, siamo coscienti di una piccola parte delle esperienze di cui osserviamo l’evolversi, di altre non vediamo che il vano muoversi della figura nero o bianco vestita, del resto non abbiamo cura, se non a costo di una sofferta partecipazione. Ed è certo faccenda possibile, grazie ad un percorso ermeneutico che non mette conto illustrare qui in dettaglio ma che, detto tra parentesi, potrebbe essere una lettura in trasparenza, cioè una forma più attenta di interpretazione.

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Marisa Parenzan
Semplicità

In tante cose la vita ci assegna un ruolo, ma quello che cerchiamo con costanza e amore, spesso tarda a venire, soffocato da desideri di possesso e di potere. Molto più raramente si presenta nelle cose che sorgono davanti ai nostri occhi come un segno particolare, e questo segno è descritto magnificamente nei versi che proponiamo al lettore. La semplicità è questo segno.

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Sofia Cassanelli
Poiesis

Come sempre Sofia ci porta via, con incredibile leggerezza e forza, senza contrasti e senza sdolcinature, ci porta con sé in un mondo che continua a raccontare la sua storia lontana, mentre gli anni passano e il mondo sembra perdere sempre più di significato. Solo i poeti possono ritrovare il bandolo della matassa e tornare a tessere quel futuro che tutti angosciosamente continuiamo a desiderare.

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Efrem Tavecchi
La terza faccia della luna

Dolorose parole acerbe, in fila, una dopo l’altra, scarne e ridondanti nello stesso tempo, attente mentre vogliono sembrare trascurate, parole che parlano e non aspettano tacendo, parole che ripropongono l’eterno dilemma dell’esistenza: perché qui e non altrove? Leggerle e rileggerle, bisogna, queste poesie, appassionate e silenziose come se volessero tenere lontana una sensazione di vuoto, una profonda dilagante tendenza verso il nulla, perfino verso la negazione del proprio consistere in quanto visione melanconica del documentare, del ripetere le misurazioni stanche del perimetro dentro cui si consuma la vita nella sua quotidianità negativa.

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Eugenio Tabano
Il sentiero dei lupi

Nel raggiungere la gnosi, dopo tutto, il mio vero obiettivo è una conquista per la perdita, non un’acquisizione che migliori le mie presenti dolorose condizioni. Queste le affronto gestendo distanze e deglutendo affronti. Metabolizzo così il mio essere parte e non totalità, ed è da questo prodotto della specificazione che devo partire verso la realtà per dare vita a una radicale trasformazione di me stesso lottando contro ogni tentativo di omologazione dominatrice. Il luogo della perfezione è inafferrabile, non posso metterlo sotto il microscopio della conoscenza, è arbitrario e desolato, ha tutte le assurdità dell’attimo, della punta che non ha spazio ma ospita l’assoluto, l’intensificazione che non ha centro e nemmeno periferia. Si rimane sempre turbati di fronte a questa riflessione, inevitabile quando si sosta sul limitare di se stessi, indecisi se entrare dentro o continuare l’illusoria passeggiata nei territori del verosimile. E il vero? Un mistero inesauribilmente ricco, della cui enigmaticità molti parlano fissando gerarchie di penetrazione ridicole come tutte le tassonomie.

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Sofia Cassanelli
Il muso ispiratore Poesie

È dedicata ad Ulisse questa piccola raccolta di versi: Il muso ispiratore, così come a tutti quegli animaletti grandi e piccoli che rallegrano e riempiono di bellezza e amore le nostre vite umane sempre più inaridite e meccaniche che hanno dimenticato la grazia e la bellezza del vivere secondo natura...

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Eugenio Tabano
I fogli dell'arca

Eppure non mi piego, anche se non trovo la Religione del Cuore come prodotto di una Visione vera. L’imperterrito bisogno materialista mi fa indirizzare lo sguardo verso l’oggetto e solo quando quest’ultimo lo vedo primariamente in me stesso mi sento in grado di rialzare la testa e guardare verso l’alto. Non vedo le incredibili parusie che Tabano mi indica, forse non ho l’occhio abituato a visioni sufficientemente dettagliate, ma avverto il tentativo, cortese e lieve, che l’autore realizza in tutto questo libro. Da un lato vuole che io radichi bene i miei piedi sul terreno dell’intelletto e della conoscenza, lo gnostico mi è compagno di strada non avversario accecato dalla propria verità, poi mi prende per mano e mi indica quello che dovrei vedere con la stessa chiarezza con cui lo vede lui, non ci riesco. Ma se non altro non mi sento aggredito intellettualmente. E questo per me è una grande esperienza intellettuale.

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