C’è una memoria che non può restare sepolta. È quella della Miniera di Arsia, dove, il 28 febbraio 1940, 185 persone persero la vita in una delle più gravi tragedie del lavoro della storia italiana.
In questo libro, Rosella Soranzo ridà voce a quella comunità dimenticata, intrecciando la grande Storia con quelle piccole di ogni giorno: le famiglie povere ma dignitose di Albona e dintorni, le ragazze che sognavano un futuro migliore, i giovani costretti a crescere troppo in fretta per scendere in miniera, e gli uomini che, nel buio della terra, scavavano per amore dei propri cari.
Attraverso i ricordi tramandati dal nonno e la forza della parola, l’autrice ci conduce in un viaggio commovente tra ricordo, dolore e speranza. È un racconto che nasce dal desiderio di restituire dignità a chi ha pagato con la vita il prezzo del progresso e per trasmettere alle nuove generazioni il valore delle proprie radici.
Una storia vera, intensa e necessaria, perché il silenzio non cancelli mai la voce di Arsia.